Sottoscriviamo e pubblichiamo l’appello alle istituzioni pisane per risolvere l’emergenza abitativa delle famiglie di Via Marsala

June 1, 2010

Pisa, 31 Maggio 2010

Il dato più inquietante
della vicenda di via Marsala e delle otto famiglie che da tre mesi
cercano una soluzione abitativa dignitosa è la sordità delle
Istituzioni.

Dopo essere state
sgomberate ed essersi accampate con le tende in Largo Ciro Menotti in
mancanza di alternative e per rivendicare il diritto alla casa,
l’unica risposta che le famiglie hanno ricevuto dall’amministrazione
comunale di Pisa è una comunicazione del comando di Polizia Municipale che intima lo sgombero degli sfollati e del presidio di
solidarietà entro lunedì 31 Maggio.

Eppure in poco più di
tre giorni già 1300 persone hanno firmato un appello a sostegno
delle famiglie e del loro sciopero della fame, chiedendo al Sindaco
di trovare una soluzione tempestiva all’emergenza abitativa.
Un’emergenza di cui oggi le famiglie di via Marsala sono il simbolo
più evidente, ma che accomuna centinaia, se non migliaia, di
cittadini colpiti dalla crisi che già si trovano o rischiano di
trovarsi a breve nella stessa condizione.

Le istituzioni cittadine
non possono e non devono ignorare quest’appello, disconoscendo la
domanda di diritti fondamentali e trincerandosi dietro questioni di
ordine pubblico e di decoro.

Per questo chiediamo che
la vergogna di un ulteriore sgombero venga evitata e che le
istituzioni comunali rompano il silenzio, riprendendo le trattative e
dando seguito ai ripetuti inviti alla ragionevolezza e al dialogo che
sindacati inquilini, partiti, associazioni, nonché tutti i
capigruppo del Consiglio Comunale hanno espresso in questi giorni.

Lo stesso Consiglio
Comunale aveva riconosciuto l’emergenza abitativa delle famiglie con
una mozione del 15 aprile, in cui rivolgeva “un pressante appello
all’autorità competente” affinché non si adottassero misure di
forza nei confronti degli occupanti. Oggi che otto famiglie vivono
nelle tende in mezzo alla strada questa emergenza si fa ancora più
cruda e dolorosa.

Se democrazia,
solidarietà e diritti non sono parole vuote, la legalità che deve
essere ripristinata in primo luogo è quella di trovare una soluzione
dignitosa e dare un tetto a famiglie e bambini che da sei giorni
vivono in strada.

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