SFRATTO ESEGUITO CON LA FORZA PUBBLICA, LA LOTTA CONTINUA

April 21, 2010

Stamattina è stato eseguito lo sfratto a Montelupo, manu militari. E’
stato eseguito un atto di violenza, in quanto non è stata garantita dal
comune un’alternativa, un passaggio da casa a casa, e da oggi la
famiglia, con una bimba piccola, non avrà un posto dove andare.
Abbiamo provato in tutti i modi a trovare una soluzione dignitosa a
questa difficile faccenda, accompagnando la famiglia agli incontri con
l’amministrazione comunale, organizzando picchetti sicurezza in modo da
stimolare le istituzioni preposte a trovare una soluzione, anche
emergenziale; ma oggi di fronte ad un inutile schieramento delle forze
dell’ordine (non si risolvono certo così le problematiche sociali)
abbiamo deciso di non mettere a rischio l’incolumità della famiglia, né
la nostra.
Al proprietario diciamo, come sempre, che il suo diritto a rientrare in
possesso dell’immobile non lo abbiamo mai messo in discussione. Non è
in discussione però, per quanto ci riguarda, nemmeno il suo ruolo di
speculatore su un bisogno primario per tutte le persone come quello
della casa: chiedere 650 euro per due stanze ammuffite è un furto,
neanche tanto legalizzato visto che 100 euro erano a nero. E oggi fa la
vittima e parla di legalità ripristinata, ma lasciamo perdere, questo
non è un discorso che ci appassiona.


La prima responsabile di questo atto di violenza è l’amministrazione
comunale montelupina. Il comune ha offerto soldi per pagare una casa
famiglia a Ponte a Cappiano con divisione della madre e della bimba dal
padre, soluzione questa non accettata dalla famiglia, che nella
divisione vede un ulteriore aggravarsi della propria condizione
sociale, anche per il fatto che essa non garantisce assolutamente
niente una volta finiti i soldi messi a disposizione. Un’"alternativa"
sarebbe stata quella di trovarsi una casa nel mercato privato e di
usare i soldi stanziati per fare il contratto d’affitto, ma a chi non
ha un lavoro stabile, a chi è costretto a tirare avanti con lavori
saltuari e a nero (cioè ad una parte sempre più grande della
cittadinanza), a chi non ha una famiglia dietro le spalle che possa
garantire, i contratti d’affitto non li fanno, e questo il comune lo sa
benissimo.
La Misericordia ha addirittura proposto delle case per l’emergenza
sfratti, se solo il comune di Montelupo avesse accettato di fare da
garante come fanno molti altri comuni del circondario, Empoli in
primis, ma l’amministrazione non ha ritenuto praticabile questa strada.
Non sarebbe stata la cura di tutti i mali, ma questa opzione avrebbe
sicuramente garantito un passaggio degno da casa a casa alla famiglia
unita, e per 18 o più mesi avrebbe garantito un tetto nell’attesa di
risollevare la propria condizione economica.
Invece ci troviamo oggi, a Montelupo, primo comune nel circondario a
permettere uno sfratto manu militari di una famiglia in difficoltà, di
fronte ad un pericoloso precedente: in piena sintonia con il crescere
del leghista-pensiero nazionale anziché (come ci saremmo aspettati) in
controtendenza, le questioni sociali si risolvono con le forze
dell’ordine. Le questioni sociali a Montelupo non si affrontano, la
cosiddetta sinistra fa la gnorri, e una famiglia migrante da dodici
anni inserita nel tessuto sociale montelupino si trova per strada.


A seguito dello sfratto forzato abbiamo deciso di sostenere la lotta
della famiglia per il diritto alla casa e ad una vita dignitosa,
accompagnandola e sostenendola in un presidio davanti al comune. Appena
arrivati siamo entrati per chiedere un incontro con l’assessore alla
casa di Montelupo o con qualcuno dell’amministrazione, ma nessuno si è
fatto trovare. Nelle prossime ore decideremo il da farsi, di certo
questa storia non finisce qui: l’esigenza di un tetto sotto cui vivere
resta, la casa non è un lusso, la casa è un diritto. Gli affitti spesso
sono furti. Lo sfratto senza alternativa è una violenza.

ORDA PRECARIA
COBAS EMPOLI VALDELSA
COMUNITA’ IN RESISTENZA _ EMPOLI

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