Rispondere è cortesia

April 12, 2010


Avendo letto un intervento del segretario del PD montelupino Cei,
vogliamo con questo comunicato stampa rispondere.
La crisi del diritto alla casa ha radici profonde e responsabilità
politiche bipartisan. Al segretario del PD Cei ricordiamo che fu
proprio
un governo di centro sinistra a varare la Legge 431/98 che affossò
definitivamente l’equo canone, riducendo la casa a mero bene di mercato
e cancellando il riconoscimento del diritto all’alloggio come diritto
naturale e irrinunciabile per tutti. Non serve autoassolversi guardando
il proprio ombelico ("non può essere il Comune di Montelupo il
responsabile di ogni male
") ma ricercare soluzioni adeguate,
partendo, se necessario, da una presa d’atto dei propri errori. Negli
ultimi dieci anni Montelupo ha costruito troppo e male. La massiccia
espansione urbanistica prodotta da una crescita demografica che ha
sfiorato il 20% (dato più alto dell’intero circondario), non è stata in
grado di produrre un numero adeguato di alloggi popolari.
Se il segretario Cei avesse voglia di leggere ciò che scriviamo da
oltre due anni, si renderebbe conto che la richiesta di un tavolo del
circondario sulla questione abitativa non ha nulla a che vedere con la
ricerca di "corsie preferenziali" per le famiglie che si rivolgono al
nostro sportello, ma vuole sostenere, partendo da una presa d’atto del
problema casa nel circondario, la necessità di soluzioni efficaci
nel breve, medio e lungo periodo. Abbiamo affermato più volte la nostra
contrarietà ad una lettura meramente emergenziale del problema
abitativo perchè si risolve unicamente nel drenare soldi pubblici verso
privati, senza dare alcuna soluzione a chi è vittima del disagio. I
sessanta euro al giorno (1800 euro mensili), pagati per il
trasferimento
di donne e minori in una struttura come quella di Ponte a Cappiano,
servono unicamente a rimandare il problema e ad aggravare le
condizioni sociali della famiglia separandola dal
padre. Dopo un mese di soggiorno nella struttura cosa succede? Se, come
afferma il presidente Cei, ci
sono molti altri casi analoghi, questa spesa mensile (a carico della
collettività) per quanto è destinata a moltiplicarsi? Non è
preferibile
che gli undici comuni del circondario individuino finalmente degli
immobili pubblici in disuso da destinare alle emergenze e in
contemporanea si dotino di un piano casa (degno di questo nome) per
dare una risposta adeguata ai problemi abitativi? Dov’è la demagogia in
tutto questo?
Agli esponenti dei Comunisti Italiani, Rifondazione comunista e
sinistra e libertà presenti in giunta, abbiamo chiesto se considerino
accettabili proposte ed argomentazioni che prefigurino divisioni delle
famiglie o il ritorno nei paesi d’origine (come sempre più
frequentemente viene proposto alle famiglie migranti). La casa è un
diritto da tutelare? Non sarebbe ora che gli interessi pubblici pongano
finalmente un argine a quelli speculativi del mercato immobiliare?
Infine riguardo la vertenza specifica, che ha quantomeno stimolato un
dibattito, diciamo che Mercoledì accompagneremo la famiglia
all’incontro con l’assessorato alla casa del comune di Montelupo, e
ascolteremo quali proposte alternative alla strada saranno fatte. Ad
ogni modo, in mancanza di soluzioni dignitose per la famiglia (che non
possono non prevedere un passaggio da casa a casa), ci troveremo
costretti ad indire un ennesimo picchetto sicurezza per il giorno 21
Aprile, chiedendo in tal caso il sostegno di tutta la comunità in
resistenza, dei movilmenti di lotta per la casa a noi vicini e di tutte
le forze democratiche e solidali del territorio.

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