MAYDAY MAYDAY

April 29, 2009

MAYDAY 009 - Primo Maggio di Rabbia e conflitto!
Siamo quelli che già nel 2001 dicevano che la globalizzazione neoliberista era
profondamente ingiusta ed avrebbe avuto conseguenze nefaste per il pianeta.
Oggi, quando ascoltiamo le dichiarazioni dei "leaders" del mondo,
dall'interventismo statunitense al protezionismo europeo, sorridiamo amaro. E
pensiamo a Carlo Giuliani e a tutte le persone massacrate alla Diaz, a
Bolzaneto e per le strade di Genova in quei giorni di dura e legittima
contestazione. 
Ieri i teorici del neoliberismo e del mercato globale ci schernivano: da Tremonti
in giù, da destra a sinistra, per tutti a Genova come a Seattle nel '99 stavamo
sostenendo un catastrofismo ideologico improbabile. Ed eccoci oggi nel pieno di
una crisi globale di sistema: economica, sociale, ambientale e politica.
Siamo quelli che, quando anche la CGIL diceva di mettere i soldi del Tfr nei
fondi pensione, dicevano invece ai lavoratori e alle lavoratrici di lasciarli in
azienda, e per fortuna in molti ci hanno dato ascolto.
Siamo quelli che hanno sempre manifestato contro le guerre e le spese militari,
le basi militari e gli scempi ambientali delle grandi opere, dalla TAV al ponte
sullo stretto, contro i nuovi lager per migranti, i CPT/CIE. E lo rifaremo. In
Italia proprio in questi giorni è stato deciso, nel silenzio delle opposizioni, di
spendere 13 miliardi di denaro pubblico per il riarmo, che dovranno servire per
acquistare 130 caccia-bombardieri F-35. Questo non è intervento contro la
crisi, questa non è l'economia che ci interessa rilanciare, questa è
pianificazione di guerra, morte e distruzione.
Siamo i migranti, se perdiamo il lavoro perdiamo anche il permesso di
soggiorno. Se non viene bloccata subito la Bossi-Fini saremo costretti alla
clandestinità dalla crisi... e dalla legge.
Siamo gli studenti e le studentesse, da sempre in lotta contro i tagli, la
privatizzazione e la precarizzazione della scuola e del diritto allo studio,
soprattutto siamo dell'Onda Anomala nata contro la legge gelmini. 
Siamo le donne, donne sull'orlo di una crisi che negli ultimi mesi sono state
ancora di più strumentalizzate nel corpo e nell'Anima per mascherare logiche
securitarie che non ci appartengono, che fanno solo gli interessi dei potenti e
che non rimettono in discussione la società attuale, tacendo che la maggior
parte delle violenze avviene tra le mura domestiche, giustificate dal sistema
patriarcale imperante e dalla chiesa. Siamo stanche: alle vostre richieste di
silenzio e accondiscendenza, rispondiamo solo con la nostra rabbia degna.
Siamo i licenziati, i disoccupati, di oggi e di domani (visto che i più "fortunati"
di noi sono in cassa-integrazione, finché dura): siamo cioè fra quelli che più
stanno risentendo sulla propria pelle della crisi.
Ma non siamo quelli che l'hanno prodotta, e quindi non vogliamo pagarla.
Non siamo assolutamente d'accordo con l'idea che si debba uscire dalla crisi
dando miliardi e miliardi di euro a banche, imprese e spese militari; questo non
è né un atto di giustizia, né di redistribuzione della ricchezza, ma soltanto un
continuare a dare soldi a quelli che sono i veri responsabili della crisi:
perseverare è diabolico.
I soldi li deve avere chi sta pagando la crisi, non chi l'ha creata, serve reddito
incondizionato per precari e disoccupate, reddito garantito per tutte e tutti
slegato dal lavoro. In questo momento caratterizzato da una crisi epocale, che
sta producendo modifiche materiali di tipo radicale nella vita di milioni di
persone, la politica deve avere la capacità di pensare un nuovo welfare state,
all'altezza della nuova epoca di profonda precarizzazione della vita e di alti
tassi di disoccupazione con cui dovremo convivere a lungo, in quanto la crisi è
strutturale, e sarà duratura. Oggi noi diciamo questo.
Il Primo Maggio invitiamo tutti e tutte a scendere in piazza a Empoli in uno
spezzone carnevalesco colorato e quanto mai determinato nel sostenere che la
crisi non la vogliamo pagare, esprimeremo in modo conflittuale tutto il nostro
dissenso verso quei luoghi simbolo dei responsabili della crisi, le multinazionali
assassine, le banche ladre e armate, i manager, gli amministratori delegati, gli
immobiliaristi, i ricchi e i potenti. Questi sono i soggetti che, in quanto
responsabili, devono pagare la crisi. Durante la MayDay empolese,
sperimenteremo, come da due anni a questa parte, un nuovo modo di stare in
piazza, porteremo i nostri contenuti attraverso il combact-theatre. Lo sciame
moltitudinario che vive la valdelsa è pronto a riapparire, organizzato come
sempre, arrabbiato come un drago, per un Primo Maggio di rabbia e conflitto.
SIAMO TUTTI/E CLANDESTINI - SIAMO TUTTI/E PRECARI
CONTRO LA CRISI, REDDITO PER TUTT@!!
Appuntamento è a Empoli in Piazza della Stazione ore 9.00
e poi tutti a pranzo al csa intifada
COMUNITA' IN RESISTENZA/csaintifada_Empoli
COBAS Empoli-valdelsa
ORDA PRECARIA
GAS/Osteria OTRO MUNDO
Ass. CITTA' METICCIA 

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